Egregia direttrice,
sono stata indecisa fino all’ultimo se scrivere una recensione al ristorante in questione o inviare una lettera al suo giornale.
Ho scelto la seconda opzione, consigliata da alcune persone incontrate nei miei due giorni nelle Langhe.
Parto dalla fine, citando il commento di un “langhetto”, come si è orgogliosamente definito un signore piuttosto avanti con gli anni, mortificato della mia esperienza in un’osteria di uno dei più noti paesi nei dintorni di Alba.
“500 è onesto. 600 è caro. 700 è strapagato. 800 è immorale. 900 è truffa!”.
Questi numeri si riferiscono al costo di un etto di Tartufo Bianco d’Alba, città dove ho deciso di venire lo scorso weekend, per la prestigiosissima Fiera.
Sabato mattina sono andata al Mercato Mondiale, dove una persona che era con me ha acquistato una pepita di Tartufo Bianco pagandola meno di 4 euro al grammo e quindi meno di 400 euro all’etto. Per più di venti grammi, ha infatti speso 82 euro.
La sorpresa è arrivata a pranzo. Avevamo prenotato per quattro persone in un’osteria a un quarto d’ora da Alba. Era un posto con prezzi piuttosto abbordabili. Il primo che ho ordinato, per capirsi, costava 10 euro.
La vera fregatura è stata però la grattata di tartufo, alla quale non sono riuscita a resistere.
Doppia premessa: il cameriere ha pesato il tartufo davanti a me, prima e dopo. Per cui ho pagato ciò che ho consumato.
Seconda: non ho chiesto il prezzo al grammo, da ingenua turista. Mi sono sentita una giapponese a Venezia.
Fonte: targatocn.it 26.11.2025


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