Il ristorante Silvana è una casa di ospitalità che da generazioni custodisce una tradizione gastronomica fatta di rispetto, misura e autenticità. In queste sale, Samuele Colocci è l’anima gentile che armonizza cucina e sala, tradizione e innovazione, territorio e accoglienza.
Il suo tocco è discreto, mai sopra le righe, eppure potente: unaclasse naturale che non si impone, ma si percepisce in ogni gesto. La sua cucina – nata dal dialogo costante con la mamma Silvana, memoria storica di ricette e gesti antichi – non esaspera e non stravolge, maesalta. Esalta il tartufo, esalta il Prosciutto di Carpegna, esalta il Montefeltro. Lo fa con tecnica, con cultura gastronomica e con unsenso di appartenenza che raramente si incontra.
Consiglio sempre di iniziare con il loroProsciutto di Carpegna a Denominazione di Origine Protetta, un prodotto che in queste sale trova la sua espressione più alta. Tagliato al coltello quando possibile, o anche a macchina in fettine sottili quando la necessità lo impone, rivela unasapidità morbida, fatta di gentilezza e appetibilità. È un prosciutto “evoluto”, perché frutto di un percorso cheparte dal territorio e ritorna al territorio.
La proposta con i frutti di bosco freschi è unapiccola rivoluzione: dimentica il prosciutto e melone, dimentica i fichi. Qui la freschezza non accompagna, ma ingentilisce.Solleva il gusto, lo amplifica, gli dà verticalità.
Poi arriva lui: iltartufo.Il bianco, quando la stagione lo concede, viene servito in guanti bianchi, con un’eleganza che riporta ai riti antichi dell’alta tavola.Samuele lo lamella generosamente, senza paura e senza parsimonia, perché il tartufo va vissuto e celebrato.
Uovo a bassa temperatura, su crema di patata rossa di Sompiano e copioso tartufo bianco pregiato
Tagliata di marchigiana IGP con Tuber uncinatum e Crema di mascarpone con Tartufo bianco pregiato.
Uovo a bassa temperatura, su crema di patata rossa di Sompiano e copioso tartufo bianco pregiato
Il nero estivo e invernale trova la sua massima espressione nelle carni: sulle tagliate rosate e succose, sulle carni bianche cucinate con quella delicatezza che solo le mani esperte sanno dare. Ogni piatto diventa unapiccola sinfonia, una fotografia esatta del Montefeltro: quasi mille metri di altitudine, boschi che respirano, un clima che custodisce aromi e intensità.
Da Silvana non si entra:si torna.Il focolare acceso (da fine ottobre ad aprile) è immancabile, crea quell’abbraccio caldo che trasforma un pranzo in un’esperienza emotiva. È la casa del Montefeltro, con i suoi sorrisi sinceri, la sua luce aranciata, la sua cucina chenon vuole stupire ma emozionare.
Fonte: Google News


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