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L’inverno profuma di tartufo: viaggio a Campoli Appennino al ristorante “Il Tartufo” – VENTONUOVO

Nel cuore gelido e incantato della Ciociaria, quando le montagne si coprono di brina e i camini prendono a fumare, c’è un paese che d’inverno vive la sua stagione più vera: Campoli Appennino, terra di silenzi, boschi e tartufi pregiati.

È qui, tra sentieri umidi e luci soffuse che anticipano il Natale, che incontriamo Benedetto Cinelli, storico ristoratore e custode di una tradizione che affonda le sue radici nella terra: il tartufo d’inverno, protagonista assoluto del territorio e della sua cucina.

“L’inverno è il momento in cui il tartufo dà il meglio di sé”

Benedetto, come nasce la storia del tuo ristorante “Il Tartufo” in questo angolo autentico dell’Appennino?

«Tutto iniziò negli anni ’80 grazie a mio suocero Pancrazio. Fu lui a intuire che qui, tra questi boschi, c’era un tesoro nascosto: il tartufo. All’epoca non era così valorizzato, soprattutto nel basso Lazio. Ma abbiamo creduto nella nostra terra e, col tempo, le persone hanno imparato ad apprezzarne la qualità, soprattutto quella invernale, più intensa e profumata.»

Un paese che d’inverno si stringe, respira e accoglie

Come si vive la stagione invernale a Campoli Appennino?

«È una magia. L’inverno qui non è un fastidio: è un abbraccio. Le vie si riempiono di luci, il gelo rende più frizzante l’aria e la gente arriva per godersi la quiete della montagna, un pranzo caldo, il tartufo che sprigiona il suo aroma migliore.

E poi c’è il Natale, che qui si sente davvero: semplice, vero, di paese.»

“La mia famiglia è la mia brigata”

Il tuo locale è a conduzione familiare. Quanto conta questo per voi?

«Tutto. Siamo in sette: io, mia moglie, i miei figli Alessio e Giuseppe con le loro mogli, e naturalmente i miei cani da tartufo. Alessio è lo chef, Giuseppe dirige la sala. Lavorare insieme ci rende forti. E credimi: il calore umano, d’inverno, si sente ancora di più. Chi entra da noi trova una casa, non un tavolo.»

La ricerca del tartufo: un rito che non va mai in letargo

Raccogli ancora tu personalmente il tartufo?

«Sempre. Da più di 35 anni cammino nei boschi, anche col gelo e la neve. Il tartufo d’inverno è una sfida e una meraviglia. È il periodo del tartufo nero pregiato, quello più elegante, più profumato. Ogni uscita è un’avventura. C’è chi prepara l’albero di Natale… e chi prepara i cani e va per tartufi!»

“In cucina vincono i sapori caldi, avvolgenti, sinceri”

Qual è il piatto che rappresenta meglio il vostro inverno?

«Le fettuccine al tartufo nero pregiato, senza dubbio. La pasta tirata a mano, il burro che si scioglie, il tartufo che sprigiona tutto il suo profumo… è un piatto che scalda, che coccola.

Ma anche il risotto invernale al tartufo, la polenta con funghi e tartufo, la fonduta. L’inverno porta con sé una cucina più lenta, più avvolgente, più ricca di emozioni.»

Chi viene a trovarvi in questo periodo?

«Tantissime famiglie che cercano un pranzo domenicale speciale, coppie in fuga romantica, gruppi che vogliono festeggiare il Natale o la vigilia in un posto autentico.

Da noi non si viene solo a mangiare: si vive un’esperienza legata al territorio, ai suoi ritmi, al calore umano.»

La montagna d’inverno: silenziosa, vera, irresistibile

Campoli Appennino è una meta invernale da scoprire?

«Assolutamente sì. Lontano dal caos, vicino alla natura. Qui l’inverno non è duro: è puro. È fatto di passi lenti, pranzi caldi, boschi misteriosi e tartufo che profuma l’aria.»

Che sia per un pranzo natalizio, un assaggio del tartufo nero pregiato o una giornata tra boschi e tradizioni antiche, Campoli Appennino è una meta che d’inverno dà il meglio di sé.

Parola di chi, quella terra, la vive e la ama ogni giorno: Benedetto Cinelli.

Fonte: Google News


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