Questa storia parla di determinazione.Giulia Vecchio e Alex Corletti, rispettivamente 28 e 32 anni, nati e cresciuti vicino ad Alba, hanno deciso da giovani di entrare in un settore complesso e molto competitivo come quello della commercializzazione del tartufo nelle Langhe. Dopo inizi complicati e molti ostacoli, nel 2019 hanno aperto il loro negozio ad Alba,Eleat Tartufi, che oggi è stato completamente riqualificato grazie all’intervento di Velvet Studio: un nuovo shop al piano strada e, nel piano interrato, un Truffle Club pensato come uno speakeasy dedicato al tartufo.
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H2: La storia di Eleat Tartufi: da Torino ad Alba
La loro storia comincia a Torino, dove studiavano: lui architettura, lei cultura e letteratura del mondo moderno. “Mio padre commerciava tartufi”racconta Giulia Vecchio “e ci dava qualche pezzo per provare a venderlo in città. All’inizio lo facevamo porta a porta nei ristoranti di Torino”. Non sono mancati i rifiuti: “Abbiamo preso tantissime porte in faccia” ricorda Alex Corletti “ma i pochi che ci hanno dato fiducia ci hanno permesso di andare avanti”.
Giulia Vecchio e Alex Corletti-3
All’epoca erano poco più che ventenni e non è stato facile farsi strada in un business così complicato come quello del tartufo: “La concorrenza qui nelle Langhe è spietata, il prodotto è delicato e ci sono tanti competitors storici e ben radicati nel territorio”. Ma insieme decidono che questa è la loro strada. “Dopo gli studi torniamo ad Alba perché qui le vendite cominciavano a funzionare: dal 2017 al 2019 abbiamo lavorato con i ristoranti della zona e abbiamo capito che era il posto giusto per noi”, spiega Giulia. La ricerca di una sede si è risolta grazie a un contatto: “Un architetto che conosceva il mio lavoro ci ha segnalato un locale che si stava liberando e nell’aprile del 2019 abbiamo aperto lo shop che è ancora la nostra base”.
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Alcuni dei tartufi Eleat
H2: Cosa si vende da Eleat Tartufi ad Alba
Eleat vende tartufi freschi e prodotti trasformati. “In questo periodo abbiamo il bianco mentre d’estate il tartufo nero”, precisa Giulia. Accanto al fresco ci sono oli, burri, creme, sughi e polveri realizzati da un laboratorio vicino: “Collaboriamo con una realtà che trasforma i prodotti per noi”. La rete di approvvigionamento è uno degli asset principali: “Abbiamo una rete di cavatori e trifolai della zona e nel tempo abbiamo accumulato molti contatti.È importante, perché il tartufo è un prodotto raro e sempre più difficile da trovare”. In famiglia ci sono risorse utili: “Mio padre è commerciante di tartufi e ristoratore, e il compagno di mia mamma è un cavatore: spesso lavoriamo con lui anche per organizzare le esperienze”, aggiunge Giulia Vecchio. Sul prezzo del bianco, taglia e mercato fanno la differenza: “In questo periodo il prezzo può stare tra i 4 e i 500€ all’etto, ma dipende dalla pezzatura e dal mercato: gli interi, più belli, valgono di più, quelli meno uniformi costano meno. Tutto è oscillante, dipende dalle annate”.
H2: Il Truffle Club segreto che funziona come uno speakeasy
Al piano interrato del negozio, anch’esso completamente rinnovato, è nato il loroTruffle Club, inaugurato in ottobre 2025. “Volevamo un qualcosa che ci rappresentasse e il club è la naturale estensione di questo pensiero”. L’idea è di offrire un’esperienza completa: si parte con una vera caccia al tartufo in un bosco vicino ad Alba, guidata dal compagno della madre di Vecchio, poi si torna al club per una parte didattica e per la degustazione: “Spieghiamo come funziona il tartufo e poi finiamo con una degustazione nel club”.L’atmosfera ricorda quello di uno speakeasy perché si accede tramite una porta “segreta” e l’ingresso è solo su prenotazione.
Eleat Tartufi, la sala desgustazioni PH RICCIO
Il pacchetto standard costa 200€ a persona: “Si sta fuori mezza giornata per la ricerca e poi si mangiano prodotti a base di tartufo abbinati a vini locali”, spiegano. Sono previsti upgrade: “Chi vuole può scegliere vini più pregiati o aggiungere una grattugiata di tartufo su carne cruda”.Eleat vuole comunicare il lavoro di una piccola realtà come loro senza voler diventare una vetrina ostentata. E infatti l’attività continua a rivolgersi soprattutto al territorio: “Abbiamo sempre lavorato molto con i ristoranti della zona e ora vogliamo far conoscere il tartufo anche attraverso un’esperienza”.
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Fonte: Google News

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